Nell’epoca dei giudizi superficiali, delle sentenze inappellabili dei social e delle analisi frettolose, pare che giudicare sia molto più facile che comprendere, parlare più semplice che rimanere in silenzio, ed esprimere giudizi risulti tanto frivolo, quanto disapprovante.
“Notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.” (L.Pirandello).
La sagacia di poeta siciliano, ricca di profonda umanità, ed al contempo, di dissacrante analisi sugli esseri umani, ci porta a riflettere sull’imperfezione e sulla superficialità, che talvolta ci accompagna nell’esprimere pareri (non sempre richiesti).
Sempre più spesso, ci si imbatte in esperti tuttologi. Individui privi di alcunché titolo e/o qualifica, che seppur incapaci di ottenere risultati nelle attività in cui si cimentano, con prontezza provvidenziale, appaiono solerti e zelanti nel ruolo di esperti: pronti a giudicare l’operato altrui e rapidi a scordare imperfezioni e manchevolezze proprie.
Li trovi dappertutto, in ufficio, al bar, sul web. Giudici instancabili di moderni tribunali inquisitori. Tronfi di boria e tracimanti di approssimazione verso chiunque, lesti ad esaminare errori e a proscrivere false dottrine, convinti come sono, di detenere il … sapere.
Come scriveva Machiavelli: “Ci sono uomini che sanno tutto, peccato, che questo è tutto quello che sanno”.
Allora come adesso, molti non fanno niente, ma sanno tutto!
Disquisiscono e pontificano. Sport e team work, vendita e comunicazione, influencer e… pandori.
Novelli australopitechi, curiosi e bizzarri animaletti, forgiati da faticosi ed estenuanti allenamenti di briscola, instancabili negoziatori di controverse bipolarità personali, indefessi venditori di acqua nel deserto. Al pari di Don Chisciotte, seguiti ed emulati da solitari (quanto inutili) sancho panza, non distinguono un pandoro da una…colomba.
Che tu sia titolare di azienda o di negozio, content creator o professore, allenatore o capo ufficio, prima di giudicare gli altri, verifica se utilizzi lo stesso metro di misura e la stessa intransigenza, anche su di te.
Perché: o giudichi dalle INTENZIONI (vale anche per i collaboratori), oppure, giudichi dai RISULTATI (vale anche per te).
“È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene, è segno che sei veramente un saggio.” (Antoine De Saint Exupery)
Buona settimana, #caricaapallettoni, a tutti noi.
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Davide Manzoni
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